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Lars Von Trier e i film italiani di Dogma 95

Lars Von Trier è uno dei registi più controversi e innovativi della cinematografia contemporanea. Fondatore, insieme a Thomas Vinterberg, del movimento Dogma 95, Von Trier ha ridefinito i canoni del cinema realistico, proponendo un approccio rigoroso e radicale alla messa in scena.

Camera a mano, luce naturale e una narrazione grezza, spontanea sono elementi fondamentali per restituire autenticità alle storie che si raccontano. La (non) ricerca della perfezione visiva, la verità dell’istante, l’imperfezione che rende una scena viva. Il tutto per portare lo spettatore dentro la realtà filmata, abbattendo ogni barriera tra finzione e verità.



Dogma 95: Le 10 Regole del Cinema Puro


Nel 1995, Von Trier e Vinterberg lanciarono il manifesto del Dogma 95, un decalogo di dieci regole pensate per liberare il cinema dalle sovrastrutture commerciali e dagli artifici tecnici. Tra queste regole, vi erano l’uso esclusivo di location reali, il rifiuto dell’illuminazione artificiale, l’assenza di colonne sonore non diegetiche e la necessità di girare con la camera a spalla. L’obiettivo era creare un cinema autentico, crudo e immersivo, capace di riportare la narrazione e l’interpretazione al centro dell’opera. Di seguito le 10 regole di Dogma 95, note anche come il "Voto di Castità":


  1. Le riprese devono essere fatte in location reali. Non si possono portare oggetti di scena; se un particolare oggetto è necessario per la storia, bisogna trovare una location che lo contenga già.

  2. Il suono non può essere prodotto separatamente dalle immagini (o viceversa). Non è ammessa la post-produzione del suono. La musica può essere usata solo se è presente nella scena al momento delle riprese.

  3. La macchina da presa deve essere a mano. Ogni movimento o stabilizzazione deve avvenire durante le riprese, senza l’uso di treppiedi o supporti artificiali.

  4. Il film deve essere a colori e senza illuminazione artificiale. Se c’è troppa poca luce per girare, si deve eliminare la scena o usare una semplice lampada della location.

  5. Sono vietati gli effetti speciali e la post-produzione. Niente filtri, ritocchi digitali o manipolazioni visive.

  6. Il film non può contenere azioni superficiali. Non sono ammessi omicidi, armi o eventi spettacolari, a meno che non si verifichino effettivamente sul set.

  7. Il film deve svolgersi nel presente. Niente ambientazioni storiche o futuristiche; la storia deve riflettere la realtà contemporanea.

  8. Sono vietati i film di genere. Niente horror, thriller, noir o altri generi codificati.

  9. Il formato di ripresa deve essere in 35mm (o comunque in un formato tradizionale dell’epoca).

  10. Il regista non deve essere accreditato nei titoli di testa. Il film deve essere il risultato di una creazione collettiva, senza la celebrazione della singola figura del regista.


Queste regole miravano a una totale destrutturazione del cinema commerciale, privilegiando storie autentiche, recitazione naturale e una messa in scena priva di artifici. In pratica, però, molti registi (inclusi Von Trier e Vinterberg stessi) hanno poi trasgredito alcune di queste regole nei loro film.



L’impatto di Von Trier e i Suoi Film Dogma


Sebbene Von Trier stesso abbia realizzato un solo film ufficialmente certificato Dogma, Idioti (1998), il suo stile ha influenzato profondamente il movimento. L’opera narra di un gruppo di giovani che si finge disabile mentale per sfidare le convenzioni sociali, con una regia grezza e un montaggio volutamente sporco, in perfetta aderenza ai principi del manifesto.

Tuttavia, molti dei film successivi di Von Trier, pur non aderendo strettamente al Dogma, ne conservano l’essenza. Opere come Dancer in the Dark (2000), Dogville (2003) e Antichrist (2009) proseguono la sua ricerca su un cinema essenziale, emotivamente disturbante e sperimentale.



Il Dogma in Italia: I Film Italiani del Movimento


L’influenza del Dogma 95 ha attraversato anche il cinema italiano, con alcuni registi che hanno aderito al manifesto e realizzato film certificati. Tra i più noti troviamo:

  • Giulia in ottobre (1999) di Silvio Soldini – Un ritratto intimo e realistico di una giovane donna in crisi esistenziale, girato secondo i principi del Dogma.

  • Il mnemonista (2000) di Paolo Rosa – Un esperimento narrativo su un uomo con un ricordo sovrumano, che esplora la memoria attraverso uno stile visivo essenziale.

  • Benzina (2001) di Monica Stambrini – Un road movie al femminile che affronta tematiche di ribellione e libertà.

Questi film, pur restando relativamente di nicchia, hanno contribuito a diffondere l’idea di un cinema più autentico e meno dipendente dalle grandi produzioni.



Dogma 95 Oggi: Un’Influenza Ancora Viva?


Dogma 95 si è ufficialmente concluso nel 2005, ma la sua eredità continua a vivere nel cinema indipendente e in autori che cercano di mantenere un’estetica minimalista e veritiera. Lars Von Trier, pur avendo abbandonato i vincoli del manifesto, ha mantenuto il suo stile provocatorio e innovativo, ispirando nuove generazioni di cineasti.

In un’epoca in cui il cinema è dominato dagli effetti digitali e dalle grandi produzioni, l’approccio radicale di Dogma 95 rappresenta ancora un faro per chi cerca di raccontare storie in maniera pura e viscerale. Von Trier e il suo movimento hanno dimostrato che la vera potenza del cinema risiede nelle emozioni, nelle interpretazioni e nella capacità di osare.

Sei alla ricerca di un nuovo linguaggio visivo? Forse è il momento di riscoprire il Dogma 95 e sperimentare un cinema più essenziale e sincero.


 
 

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